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Piccole e medie imprese Quando il marketing parla klingon

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Qapla’, imprenditori terrestri!
Qapla’, imprenditori terrestri!

Immaginate la scena. Un imprenditore di quelli autentici, cuore e mani nella propria azienda, che ogni giorno si destreggia tra ordini, pagamenti da incassare, collaboratori da gestire e clienti da accontentare. E a un certo punto pensa: "Forse è arrivato il momento di migliorare il marketing."

Va su LinkedIn, inizia a leggere qualche post di presunti esperti… e dopo tre righe si chiede se per caso ha aperto per sbaglio il manuale del linguaggio Klingon.

Semplifichiamo?

Invece no. Parte la raffica di acronimi e anglicismi: KPI, CRO, A/B Test, UX, CTA, SEO, growth funnel end-to-end, feature flag, lead nurturing...

Se non sei del mestiere, sembra più la trascrizione di un incontro tra capi di guerra Klingon che un consiglio utile per far crescere un’azienda.

E la reazione è inevitabile: l’imprenditore si sente inadeguato, si intimidisce… o più facilmente chiude tutto e si dedica a problemi più concreti. Come far quadrare il bilancio.

Eppure, chi si occupa di comunicazione dovrebbe sapere che la prima regola è proprio farsi capire.

La verità è che chi conosce davvero la materia riesce a spiegarla in modo chiaro. Con parole semplici. O, quanto meno, adatte all’interlocutore. Quell’interlocutore che, di solito, è anche quello che paga.

Questo non si chiama semplificare. Si chiama competenza comunicativa.

Allora, la prossima volta che incontrate un imprenditore, provate a lasciare da parte gli acronimi. Smettete di parlare Klingon e iniziate a parlare la lingua di chi i problemi li vive ogni giorno e cerca solo qualcuno che sappia risolverli.

Vi sorprenderà scoprire quanto questo semplice approccio renda tutto… più chiaro. E più efficace.

E se proprio volete continuare a parlare Klingon… fate almeno in modo che nella sala riunioni ci siano i sottotitoli.

 

 

Hashtag: #klingon #comunicazione #marketing #leadership #business #digitalizzazione #consulenza #strategia

Carlo RECALCATI

Foto di Carlo RecalcatiClasse 1968, studia Fisica a Milano e Antropologia culturale a Bordeaux (Francia).
Oltre alla sua attività professionale, ha instaurato collaborazioni con associazioni, case editrici e riviste, contribuendo con la sua esperienza e il suo know-how in diversi ambiti.
Da sempre appassionato di viaggi, tecnologia, storia e filosofia ha fondato e diretto diverse associazioni di settore e scritto numerosi articoli spaziando dalla ricerca archeologica all'intelligenza artificiale.
Nel 1985 è stato il più giovane membro del Mensa Italia con un QI di 154 sulla Scala di Cattel, pari a 134 Wechsler (WAIS-IV).

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